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Dal lago Palù a Caspoggio: Sopravvissuti
alla tangenziale di Milano, giunti a Chiesa in Valmalenco sani e salvi, anche
se è mercoledi 17 luglio, il grande conDOTTiero raduna le truppe ai piedi della funivia per il lago Palù. Partiamo. Ed è subito il
"nostro- trekking. Gianfranco
ed io siamo invitati da Igor a spostarci al lato opposto della cabina della
funivia in modo da bilanciare il peso del carico! Il pennellone pagherà poi il
fio di questa cattiveria con un bell'attacco di "siatica" che lo
tormenterà, a fasi alterne, per tutto il trekking. Eccoci in vista del lago Palù; il tempo non promette granchè ed il conDOTTiero decide di "tenerci alti”, passiamo così nei pressi del grazioso rifugio Motta che solo pochi ardimentosi, e affamati,
raggiungono, per poi scendere
all'Alpe Campascio da
dove iniziamo la salita verso l'Alpe Musella dove pernotteremo al Rifugio Musella. Nuvole
minacciose ci accompagnano e ci
regalano qualche goccia. d'acqua ma non ci impediscono di immergerci nella bellezza dei luoghi. In serata si sprecano battute sul torcicollo
e previsioni del tempo. Mucche, cavalli e gatti ci aspettano al risveglio, uno splendido cielo
azzurro mette fine ai nostri timori. Subito
ci attende
una bella salita e, a
mano a mano che prendiamo quota lo sguardo vaga su sempre più vasti orizzonti: immensi boschi di conifere, vette aguzze
illuminate dal sole e, in lontananza, isolati alpeggi. Attraverso il "sentiero
dei sette sospiri", che a qualcuno sono sembrati anche quattordici,
giungiamo al rifugio
Carate e, da qui,
al passo
delle Forbici da dove
entriamo nel cuore del gruppo del Bernina. Lo
sguardo spazia verso i ghiacciai
incombenti ma
bellissimi: alcuni
laghetti spuntano
qua e là; lontano,
apparentemente inaccessibile, si scorge il rifugio MarinelliBombardieri. Ce la faremo ad arrivarci? A questo punto il Paccani ammette che, forse,
ha un po' esagerato a riempire lo zaino: praticamente gli manca solo il
tappeto! Dal terrazzo del rifugio
un panorama immenso: spaziamo dalla Vedretta di Caspoggio alle vette
del Bernina. I più entusiasti (o i meno stanchi) salgono
verso il passo Marinelli Orientale incontrando, appena dietro il rifugio, un
simpatico branco di
stambecchi stanziali. Alcuni di noi passano mezz'ora a calzare i
ramponi; il conDOTTiero e il fido Umberto si avventurano fino al passo. Passiamo la notte nei loculi del Bomberdelli
(come è stato ribattezzato il rifugio); il mattino dopo ci aspetta il clou del
trekking: l'attraversamento
CON RAMPONI della Vedretta di Caspoggio e la discesa con corda fissa dal Bocchino di Caspoggio. Mentre
Lello si cala con la velocità della luce i fotografi sì esibiscono in scatti a ripetizione del Bernina (anche questa volta il gatto Silvestro
riesce ad immortalare le sue ginocchia in primo piano con lo sfondo del
Bernina). Alla diga
di Gera il gruppo "acciaccati" (Igor, Lello,
Gianfranco) ci lascia;
ci ritroveremo tutti all'Alpe
Prabello, al rifugio Cristina, dove noi giungeremo dopo aver attraversato
la bellissima interminabile conca della Val Poschiavina, il confine con la
Svizzera e aver visto splendidi laghetti glaciali occhieggiare tra le rocce. L'Alpe Prabello è situata in un pianoro ai
piedi del Pizzo
Scalino dove si
respira tranquillità ed aria pura. Elisa
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