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Montagnin
in Costa Azzurra Ore 7.00.
Nuova partenza, nuova meta per i
Montagnin: la penisola di Hyeres e l'isola di Porquerolles in Costa
Azzurra. Se
prendete la carta geografica e seguite la costa ligure fino a Ventimiglia, e poi
proseguite sulla Costa Azzurra oltre Montecarlo, Monaco, Nizza, fino ad arrivare
nei pressi di Tolone, vi imbatterete, a un certo punto. in una curiosa appendice
della costa, una piccolissima lingua di terra protesa verso il mare a forma di
T, che, nell'immaginazione di molti di noi, consisteva in un territorio percorso
in lungo e in largo da una miriade di strade e sentieri. Quale sorpresa nello
scoprire che la penisola aveva invece un enorme "'buco- in mezzo contenente
acqua marina, anzi. per meglio dire, la penisola è un enorme specchio d'acqua
più o meno rettangolare circondato da una sottile cornice di terra. La prima
parte del nostro itinerario sarebbe consistita nel percorrere uno dei lati
lunghi della cornice, quello più stretto e solitario: un esteso lungomare di
spiaggia fiancheggiato da una strada carrozzabile. A destra e a sinistra solo
acqua, a destra il mare aperto, a sinistra lo specchio d'acqua paludoso adibito
a salina e riserva naturale ove poter ammirare diverse specie di uccelli. Dopo
circa 4 ore di viaggio, il pullman deposita i Montagnin escursionisti sulla spiaggia, portandosi via i pochi turisti
che avrebbero fatto un giro meno impegnativo. Come e nelle migliori abitudini
del Gruppo, prontamente indossiamo gli scarponi e carichiamo in spalla gli zaini
pronti a partire….. Qualche perplessità ci pare di
scorgere nei volti dei francesi che ci incrociano sono in tenuta da footing,
scarpette e canottiera. Deve parer loro ben buffa questa colonna di circa 35
individui che muovono sulla sabbia in
scarponi e giacca a vento... “verranno da chissà qual lontano alpeggio montano"
penseranno.... (meglio tacere la nostra provenienza ligure...). Il lungomare ci
delizia con la visione di una quantità sterminata di conchiglie, grosse,
piccole, levigate, taglienti, intere, spezzate.... e con interi materassi di
alghe mescolate alla sottile
sabbia. Tutto attorno la desolazione più completa in quanto a presenza umana:
non una casa, non una baracca, non un chiosco di gelati o di panini.... Ci
chiediamo se nei mesi estivi quel lungomare sia frequentato dai bagnanti... in
tal caso non lo troviamo molto ospitale. La giornata è calma e soleggiata e
il mare lambisce lieve la riva. In
lontananza si vede la terraferma: dolci colline, deliziosi paesini appoggiati
sulla costa, case sparse tra il verde.. .. Che bello! Che bello! Esclamiamo
mentre pestiamo conchiglie coi pesanti scarponi. Che bello, che bello! Ripetiamo mentre
affondiamo negli ammassi di alghe
misti a vetri e altre sporcizie! Non ce lo volevamo confessare, ma paesaggio ci
era piuttosto familiare, non molto diverso dai nostri migliori litorali liguri.,
forse anche più suggestivi e senz'altro più puliti. Sostiamo per
il pranzo in una zona aperta e acquitrinosa, non granchè panoramica ma tranquilla. E' presto: l'itinerario è
stato meno faticoso del previsto e ce la prendiamo comoda. Guardando verso le
saline scorgiamo in lontananza un gruppo di uccelli appollaiati, ma vuoi per i
numerosi canali, vuoi per le recinzioni è difficile raggiungerli e ci limitiamo
solo a fare congetture sulla specie di appartenenza! Ripreso il cammino
arriviamo in breve alla fine del lungomare. Ci addentriamo nell'interno. Siamo
sul braccio orizzontale della T, abitato, con case, strade, giardini, quartieri,
paesini. Raggiungiamo il borgo principale, Giens,
posto in un punto elevato e panoramico dal quale possiamo godere di una bella
veduta delle isole di Hyeres. Qui ci viene a prendere
il pullman per riportarci indietro (percorrendo l'altro lato lungo della
cornice), a Hyeres, dove si trova il nostro hotel. Per il disbrigo delle formalità
(ma anche in seguito per gli acquisti di souvenir e simili) Gianna diventa la
migliore amica di tutti noi (sa benissimo il francese!) e con grande pazienza e
disponibilità riesce a dividersi fra gli uni e gli altri per toglierli da
scomodi impicci linguistici. L'approccio
con le camere per qualcuno non è semplice! Chi l'avrebbe mai detto che a sole
poche ore di viaggio da Genova si potessero trovare strutture alberghiere così
altamente tecnologiche? Assegnate le camere, anziché la chiave.... ecco che ci
danno un bigliettino di carta con 5 cifre!! E' il primo indizio per giocare alla
caccia al tesoro? No, è il codice per accedere alla propria stanza, ci spiegano.
lo e la mia compagna raggiungiamo la nostra porta: al posto della toppa c'è una
tastiera numerica.... Comprendiamo l'arcano e ci sorridiamo compiacenti...
Sappiamo bene come fare ora! Digitiamo il codice sulla tastiera e guardiamo la
porta fiduciose nella sua imminente apertura... Nulla. Spingiamo la maniglia....
Nulla. Ripetiamo daccapo l'operazione misurando bene ogni gesto mentre il
sorriso si smorza e l'inquietudine serpeggia.... Digitiamo il codice e guardiamo
la porta in trepida attesa... Nulla. Mentre siamo incerte se dirle "apriti
sesamo" o prenderla a spallate ci viene un barlume di idea geniale: anziché
attendere l'apertura, digitato il codice, spingiamo subito la maniglia…. La porta cede docile e si spalanca davanti a noi
immettendoci in una camerina sobria e senza pretese, ma pulita e con tutto il
necessario. Il tempo per una bella rinfrescata ed eccoci pronti alla conquista di Hyeres,
tutti rigorosamente intruppati nel timore di perderci e non ritrovare la strada
dell'albergo. La nostra attenzione si focalizza sul centro storico della cittadina: una larga
strada lastricata in salita passa attraverso importanti monumenti (Torre dei
Templari, Collegiale di Saint Paul), la piazza del mercato e ancora su fino al
parco pubblico di Chateau St. Bernard, nelle cui
aiuole si scorgono piante e fiori molto particolari e insoliti. Molti negozi si
aprono su questa via e mettono in mostra prodotti alimentari tipici e di
artigianato locale. Avvicinandosi l'ora di cena ci piacerebbe trovare un locale
abbastanza grande nel centro storico che ci accolga tutti, ma ovviamente siamo
troppi, è sabato sera e nel centro storico non ci sono neanche molti locali,
cosicché siamo costretti a dividerci. Un delizioso localino tipico accoglie un
gruppetto di noi: siamo stanchi e affamati e curiosi di provare le specialità
gastronomiche del luogo. Gianna purtroppo non è tra noi, ma unendo le forze, una
parola per uno, in 5 riusciamo a tradurre il menù (il cameriere comunque ci
aiuta con gesti eloquenti ed efficaci e qualche parola in italiano... ). Quando
arriva il consommè che abbiamo ordinato (una gran
tazza di brodo di pesce) lo guardiamo con tenerezza e una punta di rammarico: ci
aspettavamo qualcosa di più consistente e per ovviare ci avventiamo sul pane,
fresco e abbondante, che in pochi secondi finisce spezzettato nel brodino a
doverosa integrazione dello stesso. Neanche due minuti dopo compare il cameriere
a portarci il contorno della zuppa: crostini e salsetta.... Con abili manovre nascondiamo il panino già
mezzo spezzettato nel brodo e produciamo al cameriere uno smagliante sorriso di
ringraziamento. Proseguiamo più dignitosamente con le portate successive e alla
fine siamo soddisfatti: non abbiamo fatto la fame e siamo riusciti a contenere
la spesa! La stanchezza ci attanaglia e, nonostante sia presto, ci rifugiamo in
albergo e nei nostri letti. La seconda giornata si preannuncia intensa, faticosa
e stupenda. Rifocillati
da una poderosa colazione (con abile cattura di baguette per souvenir... )
partiamo col pullman alla volta di Tour Fondue, porto d'imbarco per l'isola di
Porquerolles, una delle 3 grandi isole prospicienti la
penisola di Hyeres. |