2007 nr.2

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Per Palmanova tutto a sinistra
(ovvero della "Costellazione della vacca " e di altre avventure)

Il "viaggio" è ormai entrato nel DNA dei Montagnin; una segreta calamita ci attira inesorabilmente, anche quest'anno, verso i lidi assolati di Grado e dintorni.
Stabilito il quartier generale nel collaudato albergo Tognon quel Gran Tessitore di Igor, assieme al fratello Paolo, ci ha confezionato un soggiorno " quattro giorni quattro" full optional degno del miglior tour operator; non ha lasciato nulla al caso; è persino riuscito a riempire le verdi distese dei campi di migliaia di rossi, sgargianti papaveri, quasi come in un quadro di Van Gogh , per far ala al nostro passaggio (strano per uno che odia le "processioni" e i musei!). Alla guida l'ormai mitico Giulio, garanzia di viaggio sicuro tant'è che i più pisolano beati: anche Gino che è tutto dire. Qualcuno insinua che è triste e silenzioso perché manca Piero, ma questa è un'altra storia.
Per osservare al meglio la cinta muraria di Palmanova bisogna girare a sinistra e poi al prossimo incrocio a sinistra per ammirare la cortina, ancora a sinistra per vedere il baluardo e la lunetta napoleonica, di nuovo a sinistra per scorgere il rivellino ed infine a sinistra per entrare in città attraverso una delle sue porte. Quale sarà l'arcano di questo "tutto a sinistra"?  Forse un'antica astuzia per disorientare i potenziali nemici? Non lo sapremo mai ma scendendo dal pullman sembriamo stampati su un  papiro egiziano: tutti con il collo a sinistra!  Veniamo informati dalla competente guida sulla storia della città, monumento nazionale, e sul fatto che essa fa parte dell' Associazione delle Città Murate avendo conservato perfettamente la sua triplice cinta che, vista dall'alto, forma una perfetta stella a nove punte. Ne percorriamo una piccola parte, tra fossato e falsabraga, per renderci conto da vicino della complessa e formidabile struttura di difesa. Mi piacerebbe fare il giro delle mura, ma il tempo è tiranno. Tema della serata, rientrati a Grado: caccia al Grande Carro e alla Stella Polare. Un drappello di indisciplinati aspiranti dilettanti astrofili mette alla prova la pazienza della povera Alessandra che con tenacia "stellare" tenta, invano, di farci individuare gli astri più famosi. Forse per effetto de: souvignon servito a cena, Gerardo ribattezza il Grande Carro "Costellazione della Vacca" tra l'ilarità generale. Le stesse scene, se non peggio, si ripeteranno la sera dopo durante la bella passeggiata al chiar di luna verso uno dei fari che controllano il litorale. Nulla di romantico però, anzi. risate a non finire grazie alle sempreverdi barzellette raccontate, con il suo inimitabile stile, da Pino.

Le grotte di Vilenica sono una vera sorpresa; più piccole, almeno nella parte visitabile, di quelle di Postumia ma ricchissime di colori, colonne, stalattiti, stalagmiti, antri e passaggi davvero spettacolari che ricordano certe descrizioni dell'inferno dantesco o la discesa all'Ade della mitologia greca. Usciti a "riveder le stelle" (si fa per dire,.... è pieno giorno ma padre Dante ,ispira!) ci trasferiamo a Lipizza patria dei famosi cavalli, allevati con cura asburgica fin dal 1500, e dell'altrettanto famosa scuola di equitazione. Questa razza deriva da incroci e selezioni di varie razze effettuate durante i secoli scorsi. Visitiamo l'allevamento e possiamo vedere da vicino bellissimi esemplari che si lasciano accarezzare con placida tranquillità. Lo spettacolo della scuola di equitazione è veramente interessante: i cavalli, guidati da esperti cavalieri, eseguono alla perfezione evoluzioni a tempo di musica basate su difficili variazioni di passi. Sono bravissimi ma quanto avranno sofferto per imparare questi esercizi? Sicuramente sarebbero più felici se potessero trottare liberamente per i prati circostanti.

Piove mentre ci avviciniamo a Lubiana, peccato; però si dice che la città sotto la pioggia abbia un fascino particolare. Quando arriviamo un tiepido sole illumina la grande piazza da dove parte la nostra visita. La leggenda vuole che Lubiana sia stata fondata da Giasone, capo degli Argonauti, fuggito con il vello d'oro, dopo aver ucciso un terribile drago che oggi è il simbolo della città.Ricca di storia e cultura Lubiana è dominata dal castello, oggi polivalente centro culturale, e presenta famosi monumenti come il Triplice Ponte del grande architetto Plecnik, la biblioteca, il bel Duomo vicino al variopinto e particolarissimo mercato e al Ponte dei Draghi. Poi il Municipio con il monumento ai tre Fiumi opera del l'italiano Francesco Robba (ebbene si, avete capito bene, i Robba sono ovunque, dall'astigiano sono approdati anche in Slovenia), il celebre Ponte dei Calzolai che, nel passato, si ispirava per struttura al Ponte Vecchio di Firenze. tutta la parte storica della città si respira una certa aria mitteleuropea, un che di viennese misto a slancio giovanile e aria di nuovo che pervade le strade e i numerosi locali che le animano. In uno di questi, molto caratteristico, pranziamo (che onore) in compagnia del Tessitore. Menù tipico con zuppe, insalate, crauti, gulasch e, ovviamente, vino locale.

Oggi, ultimo giorno, finiamo in crescendo: Villa Contarini, a Piazzola sul Brenta, è veramente uno scrigno d'arte e, giustamente, è conosciuta come una delle più famose ville venete. Un imponente         apparato scenografico formato dalla grande piazza, dal loggiato ad emiciclo e dalla maestosa facciata riccamente decorata accoglie i visitatori comunicando immediatamente l'importanza e la ricchezza degli antichi proprietari.All'interno saloni splendidamente affrescati e decorati, come quello degli specchi, e, particolarissima, la sala della musica da dove, tramite un sistema di diffusione formato da due livelli soprastanti, si poteva ascoltare la melodia senza vedere i musici e dove erano collocati. Poi lo splendido parco con laghi, peschiere, ruscelli, fontane, alberi secolari che offrono ombra e frescura al nostro passeggio.Per finire pranzo " superbo " in una trattoria poco lontana. Stimolato dalle delizie, tra cui un eccezionale tris di baccalà, il Tessitore ci illumina: il "viaggio" per il 2008 è già pronto: stesso pullman, stesso autista, stesso albergo; periodo: 24 — 27 Aprile; mete: Villa Manin, Trieste, Cittadella (o Castelfranco), una giornata in laguna e pranzo finale in questa strepitosa trattoria (il programma potrà subire eventuali variazioni ad "insindacabile " giudizio dell' organizzatore).

Mentre torniamo a casa penso che siamo stati bene, insieme, ci siamo divertiti, abbiamo fatto la solita "caciara". Abbiamo festeggiato l'anniversario di matrimonio di Nicolina e Umberto, ormai una tradizione, e abbiamo atteso con trepidazione la notizia della nascita del loro nipotino.

Per quattro giorni abbiamo appeso gli scarponi al chiodo e ci siamo trasformati in provetti turisti: " Semel in anno licet insanire ". Così abbiamo abbandonato le amate montagne per un tuffo nella storia e nella cultura.

Grazie al Tessitore, alla sua grande e simpatica famiglia e a tutti noi che siamo davvero unici e, soprattutto, siamo già pronti per la prossima avventura.

 

                                                            Elisa